Il ghiaccio, le lame affilate, la musica che avvolge l’arena e il pubblico con il fiato sospeso: il pattinaggio artistico non è solo uno sport, è un’arte in movimento che unisce atletismo, grazia e pura emozione. Ogni gara, ogni esibizione è un’opportunità per scrivere un nuovo capitolo nella storia di questa disciplina, e i momenti che restano impressi nella memoria collettiva sono quelli in cui l’impossibile diventa realtà, la perfezione si fonde con l’espressione più profonda e le lacrime di gioia o di delusione bagnano il ghiaccio.
Mentre l’Italia si prepara a ospitare le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, l’attesa per assistere a nuovi momenti indimenticabili è già palpabile. Le nostre montagne e le nostre città diventeranno il palcoscenico di un’esibizione di talento e dedizione che, siamo certi, farà sognare milioni di persone in tutto il mondo. Il pattinaggio artistico, in particolare, sarà uno degli eventi di punta e gli atleti italiani cercheranno di sfruttare il vantaggio di gareggiare in casa per raggiungere risultati storici.
Ma prima di guardare al futuro, è doveroso fare un viaggio nel tempo e ripercorrere alcune delle esibizioni più iconiche che hanno segnato la storia del pattinaggio artistico internazionale. Un nome che non può mancare è quello di Yuzuru Hanyu, il “principe del ghiaccio” giapponese. Le sue esibizioni sono un inno alla perfezione tecnica e alla poesia in movimento. Basti pensare al suo programma libero alle Olimpiadi di Sochi 2014 quando, nonostante un inizio traballante, riuscì a recuperare con una serie di salti quadrupli mozzafiato, conquistando l’oro e dimostrando una resilienza straordinaria.
La sua performance in omaggio a Seimei di Haru no Umi, alle Olimpiadi di Pyeongchang 2018, è considerata un capolavoro assoluto: un’esibizione di potenza, grazia e drammaticità che lo ha consacrato come uno dei più grandi pattinatori di tutti i tempi.
Non si può parlare di pattinaggio artistico senza menzionare la “regina del ghiaccio”, Katarina Witt. La pattinatrice tedesca, icona di stile e carisma, ha dominato la scena negli anni ’80. La sua esibizione alle Olimpiadi di Calgary 1988, con il celebre programma corto in cui interpretava Carmen, è stata un trionfo di sensualità e audacia. Il suo mix di tecnica impeccabile e magnetismo sul ghiaccio l’ha resa una delle atlete più amate e ammirate di sempre.
Un altro momento che ha fatto la storia è il duello tra Tonya Harding e Nancy Kerrigan, una vicenda che ha travalicato i confini dello sport e che, per la sua drammaticità, ha tenuto incollati agli schermi milioni di persone. La storia è nota: l’aggressione a Kerrigan prima delle Olimpiadi di Lillehammer 1994, un evento che ha scosso il mondo del pattinaggio. La determinazione di Kerrigan nel tornare sul ghiaccio e la successiva sfida con Harding sono diventate un simbolo di resilienza e di rivalità sportiva, un capitolo controverso ma indelebile nella storia di questo sport.

Coppie come Ekaterina Gordeeva e Sergei Grinkov hanno ridefinito il pattinaggio in coppia. La loro esibizione alle Olimpiadi di Calgary 1988, con la loro Moonlight Sonata, è stata un’espressione di armonia e intesa che ha commosso il mondo. La loro tragica storia, con la morte prematura di Sergei, ha aggiunto un alone di malinconia al loro lascito, rendendo le loro esibizioni ancora più preziose.
Ma l’Italia ha saputo regalarci talenti straordinari che hanno scritto pagine importanti nella storia del pattinaggio. Un nome su tutti è quello di Carolina Kostner. La pattinatrice altoatesina è stata un’icona di grazia ed eleganza, una delle atlete più amate in Italia e nel mondo. Il suo stile unico, l’interpretazione profonda della musica e la sua capacità di emozionare hanno compensato la mancanza di salti quadrupli, dimostrando che il pattinaggio artistico è molto di più della pura tecnica. Le sue medaglie, tra cui il bronzo olimpico a Sochi 2014, sono state il coronamento di una carriera di sacrifici e dedizione, un tributo alla sua straordinaria sensibilità artistica.
Non possiamo dimenticare la coppia di danza su ghiaccio formata da Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio. La loro energia e la loro passione sul ghiaccio hanno conquistato il pubblico e i giudici. Il loro bronzo alle Olimpiadi di Salt Lake City 2002 è stato un risultato storico per l’Italia, un momento di grande orgoglio nazionale che ha acceso i riflettori sul pattinaggio artistico nel nostro Paese.
Oggi l’Italia può contare su un movimento in crescita, con atleti che stanno cercando di emulare le gesta dei loro predecessori. L’attesa per le prossime Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 è alta e i riflettori sono puntati su giovani talenti che potrebbero regalarci nuove e indimenticabili emozioni. Il palcoscenico è pronto, il ghiaccio aspetta di essere solcato da nuove storie, nuove sfide e nuovi momenti epici che, un giorno, verranno ricordati come parte della grande e meravigliosa storia del pattinaggio artistico.
